Il “Piano di Risanamento” rappresenta una possibile alternativa stragiudiziale a cui le aziende possono fare ricorso per cercare di uscire dalla situazione di crisi evitando così, l’assoggettamento alla procedura concorsuale.
Si tratta di una proposta che il debitore fa ai propri creditori ove viene rappresentata loro la reale situazione dell’impresa e le prospettive di risanamento che si propongono.
L’Istituto del piano di risanamento è stato (e a dir il vero è ad oggi – non essendo entrato ancora in vigore il Codice della Crisi dell’Impresa e dell’Insolvenza) regolamentato dall’art. 67, comma 2, lett. d, L.F.. Nel corso degli anni però, si sono riscontrate molte criticità alla sua concreta applicazione e quindi quando è giunto il momento di riformare la materia della “crisi di impresa” inevitabilmente si è andati a modificare anche la sua disciplina.
Pertanto, nel momento in cui non sarà più in vigore l’art. 67 della LF, la norma a cui si deve far riferimento è l’art. 56 del CCII.
Devo segnalare, però, che anche il testo dell’art. 56 ha subito delle modifiche rispetto a quella che era stata, nel 2019, la sua prima versione: il “merito” deve venir riconosciuto al d.lvo 147/2020, conosciuto anche con il nome di “decreto correttivo al CCII” e che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15.11.2020.
Quello che le modifiche restituiscono è uno strumento che prevede che un professionista indipendente deve non solo collaborare con l’organo amministrativo dell’impresa nella redazione del piano di risanamento, ma ne deve anche attestare “la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità economica del piano” (art. 56, comma 3°, CCI).
Le modifiche apportate all’istituto non possono poi che andare a riflettersi anche sul contenuto del documento “Principi di redazione dei piano di risanamento” che era stato approvato in data 6 settembre 2017 dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ed elaborato da AIDEA (Accademia Italiana di Economia Aziendale), ANDAF (Associazione Nazionale Direttori Amministrativi e Finanziari), A.P.R.I. (Associazione Professionisti Risanamento Imprese), OCRI (Osservatorio Crisi e Risanamento delle Imprese), AIAF (Associazione Italiana Analisit e Consulenti Finanziari) e Gruppo di Lavoro Area procedure concorsuali del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.

Ecco quindi che il 26 maggio 2022 – nel corso di un convegno organizzato dall’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili della città – è stata presentata a Milano la “versione aggiornata” dei “Principi di redazione dei Piani di risanamento”. Questo documento tiene in conto non solo delle ultime novità introdotte dal legislatore con il CCII (e i suoi correttivi), ma anche delle best practices degli ultimi anni, cosi da offrire una guida per i professionisti anche nell’ottica del “pre early warning”, proponendo modelli comportamentali condivisi relativi alla redazione del piano.
A conclusione di questo che vuole essere solo uno spunto di riflessione sull’importante passo che in questi anni si sta compiendo in punto di diritto concorsuale, riporto le parole del consigliere nazionale delegato alla Crisi d’impresa, Andrea Foschi: “Anche questa volta ha spiegato l’obiettivo del documento è quello di presentare una traccia/modello di comportamento (best practices) da seguire al fine di individuare correttamente:
- a) le cause della crisi mediante un’adeguata diagnosi della stessa;
- b) i corretti dati di partenza del piano;
- c) le strategie di risanamento;
- d) i prospetti patrimoniali, economici e finanziari previsionali;
- e) la manovra finanziaria onde pervenire al riequilibrio economico, patrimoniale e finanziario dell’impresa in crisi.
Un lavoro destinato – conclude Foschi – oltre che ai commercialisti, anche a tutti coloro che sono coinvolti non solo in situazioni di crisi, ma anche in processi di riorganizzazione aziendale, con la speranza che quanto imparato in questi anni possa servire anche in un’economia avviata sulla strada della crescita e dello sviluppo delle imprese”.