Avvocato per la gestione
del sovraindebitamento
COSA VUOL DIRE ESSERE L’AVVOCATO DI UN SOGGETTO SOVRAINDEBITATO?
Vuol dire essere il legale di un soggetto che si trova in una situazione di crisi o di insolvenza ovvero il legale di una persona che, per esempio a causa della situazione economica, della perdita del posto di lavoro si trova a vedersi recapitare richieste di rientro dalla banca, dall’agenzia delle entrate, dai fornitori, dal comune. Attenzione che la situazione anzi descritta non corrisponde a quella che è una difficoltà economica contingente, ma si presenta come una situazione irreversibile.
Conoscere i confini dell’una e dell’atra situazione, vuol dire conoscere e quindi poter gestire attraverso gli strumenti che il Codice della Crisi dell’Impresa e dell’Insolvenza mette a disposizione.
La portata innovativa di questo testo normativo è dirompente e questo l’avvocato Elisa Boreatti lo sa bene perché ha potuto assistere alla “rinascita civile e personale” di persone che pensavano di dover “trascorrere il resto della loro vita” a cercare di pagare i creditori.
Problemi di debiti: perché è importante farsi assistere da un avvocato per la gestione del sovraindebitamento?
Partiamo da un dato: ogni problema ha una soluzione e ogni soluzione va individuata tenendo in conto degli strumenti che l’ordinamento mette a disposizione. Per quel che riguarda la tematica del sovraindebitamento, in particolare, dobbiamo conoscere i mezzi che sono previsti nel Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza.
Tutto qui, dunque? La risposta è negativa.
Per poter affrontare compiutamente la situazione di crisi o di insolvenza in cui si trova il debitore è necessario un “qualcosa in più”. Ci riferiamo qui alla capacità che il professionista che segue il soggetto sovraindebitato deve avere di saper “leggere ogni sfumatura” della situazione che gli viene esposta perché è solo in questo modo che comprende la via da percorrere per permettergli di “rientrare” nel tessuto economico e sociale “a testa alta” e senza essere e venir pregiudicato dal suo “passato di persona sovraindebitata”.
Se vi trovate quindi in una situazione in cui siete oppressi dai debiti nei confronti di vari soggetti (siano essi privati, l’Agenzia Entrate, le finanziarie, gli istituti di credito o gli enti pubblici) sappiate che è una situazione dalla quale potete uscire. Due sono però gli strumenti di cui vi dovete dotare: la pazienza e un professionista che abbia entrambe le caratteristiche che abbiamo delineato all’inizio. Non dimenticate, infatti, che è in gioco il vostro futuro!
Giungere alla liberazione dai debiti (esdebitazione) è l’obiettivo:
noi conosciamo gli strumenti

Giungere alla liberazione dai debiti (esdebitazione) è l’obiettivo: noi conosciamo gli strumenti
Chi può accedere
alle procedure di sovraindebitamento?
Quando il soggetto è:
- un consumatore;
- una impresa minore;
- una impresa agricola;
- una start-up innovativa;
- un professionista, artista o lavoratore autonomo.
Quando il debitore si trova in uno stato di sovraindebitamento che altro non è che la condizione di perdurante squilibrio tra debiti e patrimonio liquidabile; squilibrio che gli impedisce in modo definitivo e non transitorio di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni.
A questo punto vi faccio un’altra domanda: sussistenti i requisiti soggettivi ed oggettivi, il sovraindebitato può sempre e in ogni caso accedere alle procedure?
La risposta è sì, a condizione che non sussistano condizioni di inammissibilità.
Sono quelle condizioni che se presenti impediscono l’accesso alle procedure di sovraindebitamento:
- non deve essere un soggetto assoggettabile alla liquidazione giudiziale ovvero alla liquidazione coatta amministrativa o ad altre procedure liquidatorie previste dal Codice civile o da leggi speciali per il caso di crisi o insolvenza;
- non deve essere già stato esdebitato nei cinque anni precedenti alla presentazione della domanda;
- non deve aver già beneficiato dell’esdebitazione per due volte;
- non deve aver causato la situazione di sovraindebitamento con colpa grave, malafede o frode o ha commesso atti diretti a frodare le ragioni dei creditori;
- deve aver presentato una documentazione che consente di ricostruire compiutamente la sua situazione economica e patrimoniale.
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Da dove iniziare?
Il debitore, infatti, prima di rivolgersi al Tribunale deve interloquire, da solo o con l’ausilio di un professionista definito “advisor”, con l’Organismo di Composizione della Crisi e dell’Insolvenza presente sul territorio ove egli ha il centro dei propri interessi (il cd COMI) al quale depositerà una istanza unitamente al versamento di un contributo iniziale.
Depositata l’istanza, il Referente dell’Organismo verifica che la domanda soddisfi i presupposti di ammissibilità. Qualora sia ammissibile, il Referente procede alla nomina di un Gestore. Questo professionista, successivamente all’accettazione dell’incarico, interagisce con il debitore, con i creditori e valuta la fattibilità o meno della procedura di cui il debitore sovraindebitato ha chiesto l’avvio. Valutazioni che egli poi riporta nella sua relazione finale che presenterà all’Organismo di Conciliazione.
Qualora la relazione abbia esito positivo, il debitore presenterà l’istanza al Tribunale competente con conseguente avvio della procedura dinnanzi il Giudice che verrà nominato dal Presidente del Tribunale.
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