Il condominio può essere visto come un insieme di persone che, nella loro quotidianità, devono sempre trovare un giusto equilibrio per riuscire a convivere in modo ragionevole. Ecco, quindi, che ogni condomino nel momento in cui prende una decisione deve sempre fare i conti con il pensiero e con le reazioni che gli altri possono avere.
Questa situazione ben si riflette quando qualcuno decide di installare a propria tutela un impianto di videosorveglianza all’esterno della propria abitazione e qualcun altro dei condomini non è d’accordo perché ritiene che questo andrebbe a violare la propria privacy (leggi anche “Telecamere in condominio: è possibile installarle?“).

Cosa potrebbe fare quest’ultimo?
Ebbene, potrebbe adire l’autorità giudiziaria ma in tal caso dovrebbe provare le asserite interferenze. La Corte di Cassazione, con una recente pronuncia, decidendo sul caso a lei sottoposto, ha stabilito che la videocamera dovesse rimanere posizionata e questo per un fatto, ossia perché la “condomina contestatrice” non aveva provato in giudizio le asserite violazioni alla sua vita privata.
Quanto detto mi permette di sottolineare un altro aspetto, ossia che chi vuole far valere una censura sul comportamento da altri tenuto, deve ottemperare pienamente all’onere probatorio che sullo stesso incombe se vuole ricevere tutela in sede giudiziale.