In questi mesi di difficoltà bancaria si sente spesso parlare di “crediti deteriorati” o detti anche “non performing loans (NPL)”.
Cosa si intende per credito deteriorato o non performing loans (NPL)?
Il credito deteriorato evidenzia crediti la cui riscossione, da parte delle banche, è diventata incerta. L’incertezza riguarda tanto il rimborso totale del credito quanto la parte relativa agli interessi.
I crediti deteriorati sono generalmente il risultato di una situazione economica avversa come la situazione emergenziale covid-19 che sta interessando tutti i Paesi del Mondo, accompagnata spesso anche da una inefficiente fase di valutazione del creditore.
Quali sono le categorie di credito deteriorato?
Il termine non performing loans (Npl) o crediti deteriorati individua un’ampio elenco di crediti con un diverso grado di deterioramento.
Con il Regolamento UE 227/2015 la Banca d’Italia ha previsto una classificazione dei crediti deteriorati suddividendoli in:
– crediti deteriorati non performing: a prescindere da eventuali garanzie a presidio del credito, sono inclusi in questa categoria quei crediti per i quali la riscossione non è certa sia per quanto riguarda la riscossione sia per la scadenza;
– crediti scaduti e sconfinati oltre i 90 giorni: esposizioni, diverse dalle sofferenze o inadempienze probabili, che sono scadute o sconfinanti da oltre 90 giorni;
– inadempienze: crediti per i quali la banca giudica improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni creditizie;
– crediti in sofferenza: riguardano tutti quei soggetti debitori che si trovano in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca.
Cosa fa la banca quando viene accertato il credito deteriorato?
Una volta che la banca valuta se un credito rientra tra quelli deteriorati, oltre a fare la segnalazione alla Centrale dei rischi, questi vengono offerti ad interessi solitamente vantaggiosi sul mercato finanziario tramite il processo di cartolarizzazione dei crediti deteriorati o non performing loans (NPL).
La cartolarizzazione dei crediti da luogo ad un processo con varie fasi di analisi, che comprende da una parte il ruolo dei servicer, ossia soggetti incaricati della riscossione dei crediti, e dall’altra la due diligence, che prevede la verifica del bilancio della società debitrice, nonché la valutazione della tipologia degli asset e della categoria di Npl.
Si compone, pertanto, un portafoglio di posizioni creditizie ed il relativo rischio. Alla luce del procedimento di cui sopra, viene determinato il prezzo del pacchetto dei crediti deteriorari o non performing loans (NPL).
Crediti deteriorati e non performing loans: novità a partire dal 1° gennaio 2021 e parametri per essere identificato come “cattivo pagatore”.
Si evidenzia che a partire dal 1° gennaio 2021 entrerà in vigore il Regolamento UE n 171/2018, con il quale si applicherà una nuova nozione di credito deteriorato o in “default” che identifica lo stato di inadempienza di un cliente verso la banca.
Invero le nuove disposizioni identificano lo stato di inadempienza di un cliente (sia impresa che privato) di una banca quando:
– il debitore è in arretrato da oltre 90 giorni consecutivi (in alcuni casi, ad esempio per le amministrazioni pubbliche, 180);
– l’obbligazione sia considerata rilevante, ossia abbia superato una prefissata soglia:
1. Per le imprese con esposizioni nei confronti della banca di ammontare superiore a 500 euro (soglia assoluta) che rappresentino più dell’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca (soglia relativa). In tal caso la classificazione a “default” avverrà automaticamente;
2. Per le persone fisiche e le Piccole medie imprese con esposizioni nei confronti della stessa banca di un ammontare complessivamente inferiore a 1 milione di euro (cosiddette esposizioni al dettaglio), la soglia in valore assoluto è ridotta a 100 euro.
Inoltre è vietata anche la compensazione degli importi scaduti con il credito aperto e non utilizzato. Dunque, al debitore, non resterà che farsi parte diligente ed utilizzare il credito per far fonte al pagamento scaduto, ma senza avere la possibilità di compensarlo.
Come può il “cattivo pagatore” sanare la sua posizione ed uscire dallo stato di default?
Il cliente della banca per non essere più inadempiente e non essere più considerato quale cattivo pagatore è tenuto a regolarizzare l’arretrato. Per poter “uscire dallo stato di default” devono essere passati almeno tre mesi dal pagamento.
In tale periodo, però, la banca è tenuta a valutare l’effettività e la permanenza del miglioramento della qualità creditizia del cliente.
Studio Legale Boreatti Colangelo