Tra poco la parola “fallimento” va in archivio

Elisa Boreatti
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Tra circa due settimane il termine “fallimentonon verrà più utilizzato: al suo posto si parlerà di “liquidazione giudiziale”. La legge fallimentare (regio decreto 16 marzo 1942, n. 267) lascerà quindi il posto alla disciplina delle procedure concorsuali e dell’insolvenza.

Ecco, quindi, che i 391 articoli che dal 15 luglio pv entreranno in vigore (anche se a dir il vero alcune disposizioni sono già operative) possono ben essere definiti la riforma organica della disciplina delle procedure concorsuali.

Il motivo è di facile comprensione: il nuovo sistema che vanno a delineare ha l’obiettivo di fare una diagnosi precoce dello stato di difficoltà in cui si trova l’impresa così da permettere la pronta emersione nella prospettiva del risanamento.

Intercettare la crisi diventa quindi l’obiettivo delle imprese.

COME FARLO?

Attraverso due strumenti: un apparato di controllo, sia organizzativo sia amministrativo-contabile. Un “sistema di allerta”, ossia un sistema di segnalazione tempestiva volto a intercettare anticipatamente la crisi attraverso una diagnosi precoce.

Il Decreto prevede, inoltre, il recepimento dell’istituto della composizione negoziata della crisi.

Ecco, quindi, che la crisi di liquidità ha messo in evidenza la vulnerabilità del sistema imprenditoriale rispetto agli eventi imprevisti ed imprevedibili e proprio tenendo in  conto di questo il legislatore ha preso posizione cercando di predisporre strumenti volti risolverne le criticità.

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