Requisiti per accedere alla procedura di liquidazione giudiziale

Elisa Boreatti
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INDICE DEI CONTENUTI
1. Requisito Soggettivo
2. Requisito Oggettivo
3. Novità introdotte dal Codice della crisi d’impresa: dal fallimento alla liquidazione giudiziale
4. Come possiamo aiutarti? Il ruolo dell’avvocato nella procedura di  liquidazione giudiziale


Il Decreto Legislativo numero 14 del 2019, noto come Codice della Crisi dell’Impresa e dell’Insolvenza, offre nuovi strumenti per far fronte a quelle situazioni che prima venivano regolate dalla legge fallimentare. Tra questi la liquidazione giudiziale è l’istituto che, come extrema ratio, può venir utilizzato dalle imprese sopra soglia per uscire dalla situazione di crisi e di insolvenza in cui si trovano.  

Per poter accedere in tal senso, comunque, l’impresa deve soddisfare precisi requisiti soggettivi ed oggettivi. In altre parole, possiamo anche dire che, dal punto di vista soggettivo, essa non deve essere né un’impresa considerata minore, né un’impresa agricola, in quanto, diversamente, dovrebbe accedere a una diversa misura di liquidazione controllata.

Per accedere alla liquidazione giudiziale è necessario che le imprese sopra soglia posseggano dei requisiti:

  • Soggettivi.
  • Oggettivi.

.

Vediamo quindi quali sono i requisiti che oggi sono richiesti all’imprenditore per fallire.

Requisito Soggettivo

Può accedere a questo strumento la persona fisica, giuridica o gruppo di imprese che esercita una attività commerciale, artigiana, anche non ai fini di lucro che ha:

  • un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo superiore a euro trecentomila nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore;
  • ricavi, in qualunque modo essi risultino, per un ammontare complessivo annuo superiore a euro duecentomila nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore;
  • un ammontare di debiti anche non scaduti superiore a euro cinquecentomila.

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Requisito Oggettivo

L’imprenditore non minore deve versare in uno stato di insolvenza ossia, attraverso fatti e inadempimenti esteriori, deve esteriorizzare la circostanza che non è in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. Il legislatore ha comunque previsto un limite minimo, nel senso che la liquidazione giudiziale non può essere richiesta se il debito è inferiore a 30.000 euro.

Novità introdotte dal Codice della crisi d’impresa: dal fallimento alla liquidazione giudiziale

La lettura delle norme del Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza, in vigore dal 15 luglio 2022, mette in evidenza come le norme relative al procedimento di liquidazione giudiziale sono state collocate successivamente a quelle che regolano gli altri strumenti concorsuali. Questa è stata una precisa scelta del legislatore che in tal modo vuole prediligere gli altri strumenti  concorsuali che favoriscono la continuità e il risanamento aziendale piuttosto che quello diretto alla vendita dell’asset dei beni.

Il Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza, invece, non ha apportato rilevanti modifiche per quel che riguarda:

  • gli organi predisposti ad intervenire che sono (al pari di quello che accadeva nel fallimento): il Tribunale, il Giudice Delegato, il curatore, il Comitato dei creditori;
  • la procedura di liquidazione dei beni.

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Abbiamo detto che lo stato di insolvenza dell’imprenditore commerciale deve manifestarsi come una incapacità strutturale di poter far fronte in maniera sistematica alle proprie obbligazioni. Concretamente quali potrebbero essere le condotte che sono indice di un tale stato di insolvenza? A titolo esemplificativo possiamo ricordare la irreperibilità dell’imprenditore, la impossibilità di procedere alla notifica di atti giudiziari, la chiusura o al continuo trasferimento della sede legale, il mancato pagamento dei debiti o la definizione stragiudiziali di piani di rientro non rispettati dallo stesso.

Come possiamo aiutarti? Il ruolo dell’avvocato nella procedura di liquidazione giudiziale

Il soggetto che può presentare la domanda di liquidazione giudiziale è sicuramente il debitore. Pertanto, è importante che, se ti trovi in una situazione in cui pensi di essere in difficoltà, ti rivolga a un professionista che ti aiuti a capire se:

  • hai i requisiti per poterlo chiedere;
  • è una misura che fa al caso tuo, perché giova ricordarlo la liquidazione controllata è una misura pensata dal legislatore come extrema ratio per poter risolvere una situazione di difficoltà.


Ma attenzione che i soggetti legittimati a formulare la domanda di liquidazione giudiziale sono anche altri, perché possono procedere in tal senso:

  • gli organi che hanno funzione di controllo e vigilanza sull’impresa;
  • uno o più creditori;
  • il Pubblico Ministero che è legittimato a procedere in ogni caso abbia notizia di uno stato di insolvenza.

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Per questo nonostante venga presentata una domanda di liquidazione giudiziale nei confronti di un soggetto, se quest’ultimo ritiene non ve ne siano i requisiti è importante che si costituisca nel giudizio e contesti, con “dati alla mano”, le ragioni per cui la domanda avanzata non può trovare accoglimento. situazione in cui ti trovi.

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